Per conoscere la risposta a tale interrogativo, è bene prendere in considerazione i seguenti punti, ponendo una distinzione tra:

– Scaffalature che possono essere installate in configurazione fissa (ideali per piccolo edificio o archivio, economiche, non si usurano per mancanza di elementi mobili) o mobile (composte su un telaio con ruote, detto carrello, che si sposta su binari fissati al suolo e consentono lo stoccaggio di una quantità rilevante di documenti garantendone anche la sicurezza poiché le file possono essere bloccate). Quest’ultima può a sua volta essere spostata per mezzo di un sistema manuale (ruotando una manopola) oppure elettrico (premendo un bottone);

– Scaffalature in legno (che dovrà essere trattato contro gli insetti e migliorato per la resistenza al fuoco) o metalliche (costruite in acciaio trattato per proteggere la superficie da graffi e ruggine);

–Accessori che possono essere necessari per le scaffalature: piani di consultazione scorrevoli, cartelle sospese in verticale, supporti orizzontali;

– Installazione delle scaffalature in una certa superficie. Per quanto concerne le scaffalature mobili si calcola che 1 m2 di superficie di stoccaggio possa accogliere da 12 a 15 m lineari di scaffalatura se questa ha un’altezza che permette 8 ripiani (2.475 mm); per le scaffalature fisse si calcola invece che 1 m2 di superficie possa ospitare 7 metri lineari di superficie di stoccaggio se questi hanno un altezza di 8 ripiani (2.475 mm);

– Problemi di sicurezza (ventilazione dei locali adeguata, omogeneità del pavimento, ostacoli, accessibilità degli operai, altezza delle scaffalature).

In linea generale è bene quindi scegliere puntando sui seguenti aspetti: costo, natura di quello che si va a stoccare, dimensione complessiva dell’impianto, frequenza prevista degli accessi.

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